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mercoledì 10 ottobre 2012

I bambini ne sanno di cose!

Foto di Cristiana Ferrari
Sabato 29 settembre a Rovereto, in provincia di Trento, si stava svolgendo un evento dedicato all'educazione. Si chiama Educa e contiene molte cose, seminari, mostre, presentazioni di libri, workshop, pure un concerto di musica leggera. Tutto ruota intorno al mondo dell'educazione e quindi in giro per la città, in cerca di uno degli eventi che si svolgono in contemporanea, si vedono insegnanti, genitori, persone interessate alla formazione, appassionati di letteratura per l'infanzia e di illustrazione.
Io a Rovereto c'ero capitato un poco per caso, pioveva e mi sono infilato in un seminario dove un gruppo di ricercatrici, Silvia Cavalloro, Camilla Monaco e Cristina Zucchermaglio (è un professore ordinario, si offenderà se enfatizzo il fatto che fa ricerca?), presentavano una sperimentazione fatta in alcune scuole dell'infanzia del Trentino. Certe volte si fanno scoperte interessanti a imbucarsi.

mercoledì 3 ottobre 2012

Con il lavoro si costruisce la società


Intervista a Silvia Bencivelli
Silvia Bencivelli in viaggio
35 anni, giornalista scientifica, laureata in medicina, lavora in radio, tv, festival culturali, giornali. Collabora con “Presa diretta” ed è tra i conduttori di “Radio 3 Scienza”.
Ha pubblicato,
Perché ci piace la musica, Sironi. Tiene un blog dove parla del suo rapporto con il lavoro.
Da questo dialogo nasce il suo prossimo libro,
Cosa intendi per domenica? La mia (in)dipendenza dal lavoro
, LiberAria.


Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Per descrivere il mio lavoro si usano sempre un sacco di aggettivi, giornalista scientifica freelance, in realtà non sono neanche giornalista, ma lo faccio. L'aggettivo scientifica sta a significare che mi occupo solo di scienza, freelance invece significa che non ho un posto fisso, lavoro per chi mi paga.

mercoledì 19 settembre 2012

Non si vive di solo salario


Lo stabilimento delle saline a Margherita di Savoia
Fa piacere aprire il pc al mattino, dare un'occhiata a cosa si trova in rete, prima di cominciare a lavorare sul serio, e trovare affermazioni come la seguente: "Troppo spesso le organizzazioni moderne non riescono a mettere gli individui in condizione di dare un senso al proprio lavoro. Perché ciò sia possibile le stesse organizzazioni devono esprimere valori e finalità in cui i lavoratori si identifichino, in un certo senso legittimando e affermando il loro legame con le comunità di appartenenza e con l'universo morale a cui fanno riferimento. Con la deificazione del profitto e del valore per gli azionisti come obiettivi strategici dell'impresa, tuttavia, la 'creazione di senso' va perduta".

martedì 11 settembre 2012

Waiter

Ho ricevuto questa storia da Benedetto Lorini, che spesso se ne sta in giro per lavoro e che ha uno sguardo sempre attento a quello che succede intorno. La pubblico perché mi piace, e perché racconta tanto del mestiere di cameriere, ma anche del mestiere di avventore casuale in un ristorante isolato in collina.


Ganci da macellaio a Poggioreale, sono lì dal terremoto del Belìce
C’è questo ristorante, sui colli pavesi. È circa a metà strada tra il Piemonte e casa mia: tornando tardi dalle trasferte mi ci sono fermato spesso a mangiare.
Non so nemmeno come ci sono capitato, perché dall’autostrada ci vuole un po’ per arrivarci: si arriva al paese, si esce, si deve salire un po’ e poi è lì sulla destra.

mercoledì 25 luglio 2012

Progettare per farsi capire

Intervista a Marco Torchio, 16 luglio 2012
Architetto, laureato al Politecnico di Torino, è presidente di Keoproject una società nata nel 2005 e che ha sede a Racconigi, vicino Torino.
Marco Torchio alle prese con un vecchio fusto
Keo realizza progetti sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Il PET, raccolto attraverso la macchina Mr Pet, piazzata davanti ai centri commerciali e nelle piazze, è trasformato in carrelli della spesa, tessuto, materia prima utilizzata da altri produttori. 
Le vecchie barrique costituiscono la materia prima con cui sono realizzate le Sedie del Torchio. Altri materiali utilizzati sono il cartone e i vecchi barili d'olio. Una divisione dell'azienda, Keohabitat si occupa della realizzazione di case di classe energetica A.

Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Organizzo dei progetti. Il progettista è per me una persona che di mestiere pensa a un progetto. Questo progetto deve poi essere organizzato per passare dall'idea alla realizzazione che sta sul mercato.

mercoledì 18 luglio 2012

Le gioie e i dolori delle prove invalsi


Le prove Invalsi in terza media sono buone o cattive?
Una libreria ad Amsterdam
Io non sapevo neanche bene cosa fossero, fino a qualche giorno fa.
A fare l'aperitivo in giro capita di conoscere una insegnante che ha seguito l'esame di terza media e che ha caricato i dati delle prove. Invalsi sta per Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione. Da quello che ho capito i test in italiano e matematica sono prove che misurano le metacompetenze, cioè la capacità di comprendere un problema, di leggere, valutare e interpretare un testo.

domenica 8 luglio 2012

I conti della serva


Biblioteca comunale di Amsterdam
Il manager della casa editrice vuole incontrare il ragazzo brillante a cui una sua collaboratrice vuole proporre di estendere l'incarico perché è bravo. Non voglio nepotismi, voglio incontrarlo prima io (giusto, bravo, così si fa). Lo incontra e si fa raccontare cosa fa e cosa sa fare. A D. viene il sospetto che il dirigente non sappia di cosa si stia parlando, ma alla fine, quando gli dice ok, va bene, ti arriverà il contratto, D. tira un sospiro di sollievo.

Il lavoro come apprendimento di nuovi linguaggi



Intervista a Roberto Bortolotti, 13 aprile 2012
Direttore di AMNU, Azienda Municipalizzata Azienda Urbana di Pergine Valsugana, Trento
Il Cretto di Burri a Gibellina

Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Sono il direttore in un'azienda che raccoglie rifiuti e fa servizi funebri, il mio compito è di mettere in condizione gli altri di lavorare nell'azienda; agisco con la relazione con l'obiettivo di coalizzare le persone intorno a un'idea e un progetto.

Qual è la cosa più importante nel tuo lavoro, che non devi assolutamente trascurare?
I rapporti umani, all'interno e all'esterno. Nel lavoro e nei progetti le persone sono protagoniste, quindi fare squadra è parte costitutiva del mio lavoro.

lunedì 2 luglio 2012

Separare stanca e rompe le bottiglie

Parità tra i sessi, la spazzola vari usi è "per la donna"

Il lavoro è prestazione e performance (intesa come misura della prestazione, produttività), dunque bisogna operare per migliorare l'efficienza, così si dice spesso e così sembra sensato a tanti.
Detta così è un'impresa semplice, e per quanto brutale possa apparire considerare chi lavora alla stregua di una macchina che deve esclusivamente migliorare la sua efficacia, questa affermazione potrebbe avere una sua ragione in un mondo caratterizzato da una perfetta razionalità, se non fosse che per lavoro si intende un'attività condotta da esseri umani in relazione tra loro e con un contesto fatto di luoghi, macchine, materia, immerse in un brodo di culture, linguaggi, modi di operare.

Cambiamenti


Carretti in attesa al mercato
La prima volta che ho messo piede al reparto radiologico dell'ospedale B. la prima cosa che ho sentito è stata la confusione di persone nei corridoi. Tecnici, medici si spostavano a gran velocità tra una stanza e l'altra, porte si aprivano, porte si chiudevano, come se fosse in corso una grande emergenza. Nel frattempo anche i familiari, con il passo lento e quasi rassegnato di chi è lì a chiedere il favore di un'informazione, entravano e uscivano dalle stanze in cerca dei medici.

venerdì 22 giugno 2012

La difficile arte di fabbricare le relazioni


Intervista a Roberto Scarpa, 12 marzo 2012

Je suis un phénomène, 2008. La foto è di Luca Orsini
Roberto Scarpa è attore e drammaturgo. Dal 1984 fino alle dimissioni nel 2007 ha diretto il dipartimento di didattica del Teatro Verdi di Pisa. È stato inoltre fondatore e direttore per 26 anni di “Prima del teatro: scuola europea per l'arte dell'attore” che riunisce nel corso dell'estate maestri e allievi delle maggiori scuole teatrali europee e alcune scuole statunitensi. Attualmente scrive e interpreta i suoi spettacoli e svolge attività formativa con gruppi di manager. Un suo spettacolo, “Sogni d'oro. La storia di Adriano Olivetti e un secolo di canzoni. Favola vera dell'immaginazione al potere”, è in giro per l'Italia da un paio d'anni.
Che lavoro fai?
Cerco di costruire situazioni per incontrare persone intorno a delle storie, che poi potrebbe essere una definizione di teatro. In fondo è il lavoro che ho sempre fatto, ma prima dentro il Teatro Verdi, e lottavo perché il compito di quell'istituzione fosse fabbricare relazioni umane.

Scelte



Una donna di 35 anni racconta così un periodo in cui lavora poco da casa dopo aver perso un lavoro a tempo determinato che andava avanti da due anni.
Officine Grandi Riparazioni
Dopo mesi di vuoto, di invio di curricula senza risposte o con risposte di circostanza, non sa cosa fare e come spiegarsi questo momento. Ce l'ha con l'Italia, con la crisi, con il mondo del lavoro. Dice che a 35 anni si aspettava di avere un lavoro e qualche certezza in più. A Torino ci sto bene, non mi piace che mi costringano ad andare via.
In fondo ritiene di avere studiato abbastanza, di essersi costruita una buona professionalità. È una persona seria, affidabile, ben preparata, ma non ha un lavoro.

domenica 17 giugno 2012

Biglietti (2)

dal tram
M. coordina i controllori sui bus, tram e metropolitane. La signora è scesa dal bus ed è senza biglietto, intorno a lei diversi controllori completano i controlli e osservano i colleghi. Ci sono abituati, sanno che può capitare che qualcuno si arrabbi, che alzi le mani, o fugga, e prestano sempre attenzione a quello che accade agli altri accanto a loro. M. poco distante butta un occhio su tutti. La signora, una giovane donna dell'est, urla la sua innocenza, che lei stava andando a fare l'abbonamento, che è il primo giorno del mese e che ieri era domenica e non era riuscita. Il controllore che l'ha fermata è inflessibile, la signora è sprovvista di biglietto e va multata. Gli altri controllori, ora che tutte le altre operazioni di verifica e sanzione sono concluse, si fanno attorno a crocchio, saranno 3 o 4. La signora alza la voce e si muove in modo scomposto, a destra, sinistra, avanti, indietro, seguita dai controllori e tutti insieme sembrano leoni che braccano l'antilope.

Il lavoro in un campo Rom


Si carica l'auto prima del Balon, è quadi mezzanotte. La foto è di Federico Botta
Vado al campo Rom di Lungo Stura Lazio a prendere Gigel, questa è notte di Balon e insieme al fotografo con cui lavoro è una buona occasione per il nostro reportage sul lavoro dei Rom. Il reportage è ora nel libro realizzato dall'osservatorio Il Futuro del Mondo Passa da Qui e pubblicato dall'editore Scritturapura

Al campo quasi tutti, maschi e femmine, vanno a cercare oggetti ancora in buono stato nei cassonetti dei rifiuti, gli danno una ripulita e poi li rivendono al mercato del Balon. Il mercato comincia a mezzanotte del venerdì sera e si chiude il sabato pomeriggio.
Arrivo con il Doblò, così ne approfitto per dargli una mano a caricare. Nel viaggio di ritorno mi racconta nel suo italiano approssimativo che a scoprire il Balon è stata sua moglie Anika, che lavorava nei pressi come limos mi dice, e io che sono ingenuo non capisco e più tardi mi faccio spiegare e mi dicono che è l'elemosina. È che io non avrei mai associato la parola lavoro all'elemosina.

martedì 8 maggio 2012

La meccanica apparente che governa le nostre vite


La maternità è importante e ne siamo felici. Anche la paternità è importante e ne siamo felicissimi. È importante che tu, P. stia con i tuoi bambini che hai appena adottato, figurati.
Quando però P. ritorna la musica è diversa, perché ci sono le cose da fare, non si può mollare un attimo, c'è la crisi, se non lo fai tu a chi potrei affidarlo, e così via.
Così, P. va al lavoro, anche se ufficialmente è a casa per la paternità.
Il panopticon era il modello del carcere di Philadelphia
Non si fa. Non dovrebbe permetterlo, e i suoi capi non dovrebbero chiederglielo. Ma la cosa stramba è che il ritmo della vita è dettato dalle cose da fare, come se la meccanica autonoma dei fatti fosse più potente di qualsiasi soggetto. 

La consistenza delle parole (non solo) nella pubblicità

Intervista a Giuseppe Mazza, 06 aprile 2012
Giuseppe Mazza è fondatore e direttore di Tita, www.titamilano.com agenzia pubblicitaria; è direttore responsabile della rivista trimestrale “Bill. Un'idea di pubblicità”, www.billmagazine.com  

Anche la pubblicità può dire la verità e rispettare l'intelligenza del consumatore. L'esperienza e la passione di Giuseppe Mazza, che avrebbe voluto fare l'edicolante e invece ha fondato un'agenzia pubblicitaria e una rivista che promuove un'idea di pubblicità che rispetti il consumatore

La copertina del primo numero di "Bill"
Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Sono un pubblicitario ma non faccio più solo il creativo, ho fondato una mia agenzia, insieme a Sonia Rocchi e quindi sono entrato anche in altre logiche, della gestione del personale, dei clienti, del funzionamento della macchina, il rapporto con le banche, anche se in fondo è possibile interpretare anche questa cosa come forma di creatività allargata.

Quando possiamo dire che il lavoro ha senso


Se un signore, direttore di una società, nel descrivere il suo lavoro dice una cosa del tipo: “Il direttore di una società ha una serie di compiti che mi sembra scontato ripetere, comunque… sono responsabile del personale; responsabile della sicurezza; responsabile della privacy; responsabile del corretto svolgimento delle procedure; della contabilità; della redazione del bilancio; dell’ordinaria amministrazione che ha a che fare con la lettura della posta in arrivo; lo smaltimento e le risposte; sono responsabile del rispetto dei regolamenti e della normativa; sono responsabile del depuratore; perché l’azienda per poter esistere ha bisogno del rispetto di una valanga di normative; dell’albo gestori; dell’albo autotrasporti. Partecipo al Consiglio d'amministrazione, seleziono il personale, l’acquisto del materiale dai camion ai cassonetti. Ma queste sono tutte cose scontate”; mi vengono molte domande. 

Biglietti!


Salgono in tre e se non sei più che svelto e rimani incastrato sul bus non hai scampo. “Biglietti prego!” G. è alle prese con uno studente universitario che tira fuori il modulo per il pagamento, dice “guardi ce l'ho qua pronto da pagare”. “Sì, vedo, ma scadeva a settembre e ora siamo a ottobre avanzato”.