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mercoledì 25 luglio 2012

Progettare per farsi capire

Intervista a Marco Torchio, 16 luglio 2012
Architetto, laureato al Politecnico di Torino, è presidente di Keoproject una società nata nel 2005 e che ha sede a Racconigi, vicino Torino.
Marco Torchio alle prese con un vecchio fusto
Keo realizza progetti sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Il PET, raccolto attraverso la macchina Mr Pet, piazzata davanti ai centri commerciali e nelle piazze, è trasformato in carrelli della spesa, tessuto, materia prima utilizzata da altri produttori. 
Le vecchie barrique costituiscono la materia prima con cui sono realizzate le Sedie del Torchio. Altri materiali utilizzati sono il cartone e i vecchi barili d'olio. Una divisione dell'azienda, Keohabitat si occupa della realizzazione di case di classe energetica A.

Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Organizzo dei progetti. Il progettista è per me una persona che di mestiere pensa a un progetto. Questo progetto deve poi essere organizzato per passare dall'idea alla realizzazione che sta sul mercato.

mercoledì 18 luglio 2012

Le gioie e i dolori delle prove invalsi


Le prove Invalsi in terza media sono buone o cattive?
Una libreria ad Amsterdam
Io non sapevo neanche bene cosa fossero, fino a qualche giorno fa.
A fare l'aperitivo in giro capita di conoscere una insegnante che ha seguito l'esame di terza media e che ha caricato i dati delle prove. Invalsi sta per Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione. Da quello che ho capito i test in italiano e matematica sono prove che misurano le metacompetenze, cioè la capacità di comprendere un problema, di leggere, valutare e interpretare un testo.

domenica 8 luglio 2012

I conti della serva


Biblioteca comunale di Amsterdam
Il manager della casa editrice vuole incontrare il ragazzo brillante a cui una sua collaboratrice vuole proporre di estendere l'incarico perché è bravo. Non voglio nepotismi, voglio incontrarlo prima io (giusto, bravo, così si fa). Lo incontra e si fa raccontare cosa fa e cosa sa fare. A D. viene il sospetto che il dirigente non sappia di cosa si stia parlando, ma alla fine, quando gli dice ok, va bene, ti arriverà il contratto, D. tira un sospiro di sollievo.

Il lavoro come apprendimento di nuovi linguaggi



Intervista a Roberto Bortolotti, 13 aprile 2012
Direttore di AMNU, Azienda Municipalizzata Azienda Urbana di Pergine Valsugana, Trento
Il Cretto di Burri a Gibellina

Che lavoro fai? Me lo descrivi?
Sono il direttore in un'azienda che raccoglie rifiuti e fa servizi funebri, il mio compito è di mettere in condizione gli altri di lavorare nell'azienda; agisco con la relazione con l'obiettivo di coalizzare le persone intorno a un'idea e un progetto.

Qual è la cosa più importante nel tuo lavoro, che non devi assolutamente trascurare?
I rapporti umani, all'interno e all'esterno. Nel lavoro e nei progetti le persone sono protagoniste, quindi fare squadra è parte costitutiva del mio lavoro.

lunedì 2 luglio 2012

Separare stanca e rompe le bottiglie

Parità tra i sessi, la spazzola vari usi è "per la donna"

Il lavoro è prestazione e performance (intesa come misura della prestazione, produttività), dunque bisogna operare per migliorare l'efficienza, così si dice spesso e così sembra sensato a tanti.
Detta così è un'impresa semplice, e per quanto brutale possa apparire considerare chi lavora alla stregua di una macchina che deve esclusivamente migliorare la sua efficacia, questa affermazione potrebbe avere una sua ragione in un mondo caratterizzato da una perfetta razionalità, se non fosse che per lavoro si intende un'attività condotta da esseri umani in relazione tra loro e con un contesto fatto di luoghi, macchine, materia, immerse in un brodo di culture, linguaggi, modi di operare.

Cambiamenti


Carretti in attesa al mercato
La prima volta che ho messo piede al reparto radiologico dell'ospedale B. la prima cosa che ho sentito è stata la confusione di persone nei corridoi. Tecnici, medici si spostavano a gran velocità tra una stanza e l'altra, porte si aprivano, porte si chiudevano, come se fosse in corso una grande emergenza. Nel frattempo anche i familiari, con il passo lento e quasi rassegnato di chi è lì a chiedere il favore di un'informazione, entravano e uscivano dalle stanze in cerca dei medici.