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giovedì 21 febbraio 2013

La chiamano formazione obbligatoria


Una parte della ex Olivetti a Ivrea, un'altra idea del lavoro
La storia che riporto mi è stata raccontata da una collega, una formatrice come me, che è diventata mamma. Come capita spesso in questo paese, ora deve ricominciare da capo nella ricerca di un lavoro. E può capitare di trovarsi a fare dei colloqui che viene pure difficile commentare. Quello che ho trascritto quasi parola per parola è con una società di consulenza che presta la sua opera agli apprendisti. O forse no, non agli apprendisti, meglio dire ai datori di lavoro degli apprendisti. Oppure no, nemmeno a loro forse. In fondo un apprendista formato potrebbe far comodo anche al datore di lavoro, anche se alcuni datori di lavoro pensano di no. Insomma, non so, non sono riuscito a trovarci un senso in tutta la vicenda che vi racconto, però la racconto, mi pare curiosa, rappresenta un pezzo d'Italia e un certo modo di intendere il lavoro che non mi piace per niente.