tag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.comments2014-05-26T19:09:43.431+02:00lavoro ben fatto!Antonio Castagnahttp://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comBlogger20125tag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-31056767239926226562014-05-26T19:09:43.431+02:002014-05-26T19:09:43.431+02:00Mi vengono in mente due ipotesi che motivano la sc...Mi vengono in mente due ipotesi che motivano la scelta di non includere i collaboratori non dipendenti nella ricerca: 1) di stress soffrono solo i dipendenti, agli avventizzi evidentemente non gliene importa granché, hanno altri problemi e investono poco sull'azienda dal punto di vista emotivo; 2) la ricerca bisogna farla per adempiere alla legge, e allora la cosa importante non è fare la ricerca per capire e intervenire, ma perché così posso dire di averla fatta. In questo secondo caso sarebbe verificata l'ipotesi che l'organizzazione è un guscio vuoto, un simulacro e non risponde più, né intende farlo, alle domande di senso delle persone. Che ne dici?Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-49509614470048946142014-05-17T11:39:45.989+02:002014-05-17T11:39:45.989+02:00Antonio, bellissimo articolo.Tanti commenti mi ver...Antonio, bellissimo articolo.Tanti commenti mi verrebbero, per ora la prima cosa è collegata con un episodio che i è appena accaduto e riguarda la formazione e ricerca sullo stress lavoro correlato che è prevista dalla nuova legge sulla sicurezza. Ebbene nell'organizzazione per la quale lavoro si è deciso di fare una ricerca su questo. Ma solo a chi ha il contratto da dipendente: tutti i collabaoratori esterni che vivono 35-40 ore alla settimana a stretto contattato con i dipendenti (e sono quasi la metà) sono esclusi dalla ricerca. <br />Chissà cosa hanno inteso con la parola stress? E chissa che idea di organizzazione hanno in mente? Il tuo articolo dovrebbe essere letto da tutti i formatori sulla sicurezza che si occuppano di questo tema. <br />Stefano P.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-89043885076413443232013-08-06T17:03:29.507+02:002013-08-06T17:03:29.507+02:00Caro Stefano, faccio sempre fatica con le espressi...Caro Stefano, faccio sempre fatica con le espressioni come "si corrompe", perché rimandano a un universo morale difficile, quello delle generalizzazioni del tipo: il denaro corrompe. L'analogia che fai però a me sembra corretta. Il problema non è il denaro in sé, è uno strumento utile per non doversi portare dietro un chilo di pere ogni volta che desidero un chilo di patate prodotte dal mio vicino. Il problema è quando traduciamo tutto in denaro, perché nelle relazioni significative, come l'amicizia, l'amore, lo scambio eccede sempre il valore economico, contiene qualcosa di impagabile e nemmeno dicibile, altrimenti sarebbe facile sostituire la persona che ami con una escori (per fare un esempio). Stessa cosa per tutte quelle relazioni che hanno a che fare con la sfera che Bateson considerava "sacro", come la democrazia. La sfera cioè nella quale ognuno di noi sperimenta il legame con gli altri, un legame che può essere anche astratto, come quello di riconoscersi come cittadini e parte di una stessa collettività. <br />Comunque, il libro di Sandel lo compro, e poi magari ne riparliamo.Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-89998312055712623102013-07-31T12:58:31.413+02:002013-07-31T12:58:31.413+02:00Mi viene anche in mente l'ultimo libro che ho ...Mi viene anche in mente l'ultimo libro che ho letto "Quello i soldi non possono comperare. I limiti morali del mercato" di Sandel. <br /><br />In quel testo Sandel sottolinea come misurare in termini monetari anche "cose" appartenenti al mondo della relazione o del sociale, li corrode e corrompe. Monetizzare una relazione, la degrada, ne cambia il significato e quindi non è vero che il libero scambio economico è neutro, rispetto ai beni scambiati. Cioè se un televisore me lo vendi o me lo regali non cambia nulla. Se invece il voto te lo compero oppure no, cambia molto! <br /><br />Così se il lavoro lo considero solo come "risorsa" vedo solo un aspetto e in qualche modo si usura, si corrompe...<br /><br />Stefano P.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-7420234532625217092013-04-25T11:47:25.729+02:002013-04-25T11:47:25.729+02:00Immagina se si provasse a declinare questo princi...Immagina se si provasse a declinare questo principio nel mio luogo di lavoro, l'universita...<br />Matteo Di Gesu'Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-83271026141094662602012-09-11T21:08:20.215+02:002012-09-11T21:08:20.215+02:00Meraviglioso! Mi riprometto di tornarci su e comme...Meraviglioso! Mi riprometto di tornarci su e commentare come si conviene.Skatcathttps://www.blogger.com/profile/05494237546251372711noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-42608488033690759962012-07-25T20:33:16.671+02:002012-07-25T20:33:16.671+02:00Carlo, aggiungerei a quello che dici tu, che mi pa...Carlo, aggiungerei a quello che dici tu, che mi pare perfetto, che si possono misurare: 1) la capacità di apprendimento; 2) la qualità dell'apprendimento; 3) la qualità dell'insegnamento; 4) la qualità dell'organizzazione che alla luce di tutte queste valutazioni fa un ragionamento e si dà un progetto per migliorarsi. <br />E ancora, per ognuno di questi punti puoi misurare un traguardo raggiunto, oppure un percorso fatto e così via. Se non vuoi generare confusione e rassegnazione tutto questo dovrebbe essere chiarito prima a tutti, raccontato, affinché diventi cultura comune, e presidiato. Non te lo so dire se nella scuola stanno nascendo percorsi di questo tipo, o se, come spesso accade in Italia, si è cominciato un processo di cui alla fine resterà solo un pezzo monco. Per quanto riguarda le organizzazioni di lavoro, le aziende ecc. in effetti spesso la valutazione riguarda solo pochi indicatori oggettivi (ad esempio le performance e il raggiungimento degli obiettivi), con poca considerazione dei processi, dei contesti, della qualità della vita di chi valuta e di chi è valutato.Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-57867800646271682132012-07-25T20:24:21.810+02:002012-07-25T20:24:21.810+02:00Eh sì, caro Matteo, primo problema, tendiamo a rag...Eh sì, caro Matteo, primo problema, tendiamo a ragionare sempre sganciando le azioni dai contesti, le azioni dai discorsi. Per esempio negli ultimi anni è stata onnipresente la parola meritocrazia. Rispetto a cosa si è meritevoli? Ci vuole un principio di autorità che dica rispetto a cosa, perché almeno così lo si può contestare. Eppoi, ci vuole che chi si assume il rischio, l'autorevolezza di dichiarare qualcosa, deve poi essere in grado di fare i conti con la sua stessa capacità di essere coerente. Dalla chiacchierata con Angela ho avuto la sensazione che non sia chiara a nessuno il ruolo e la funzione dei test, li si utilizza per troppe cose. Trovo che valutare sia fondamentale in qualsiasi contesto, ma che spesso si riduca ad adempimento burocratico, mentre avremmo bisogno di valutazioni che ci aiutano a capire in che direzione vogliamo andare e cosa vuol dire, per ognuno di noi (se mancano i soggetti cosa valuti a fare?) crescereAntonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-51475977617984749252012-07-23T13:06:13.180+02:002012-07-23T13:06:13.180+02:00complimenti Antonio, hai toccato un punto a mio av...complimenti Antonio, hai toccato un punto a mio avviso davvero importante.<br />Distinguere la valutazione dalla misura (o dall'indicatore che tale misura consente o stima) è un elemento di maturità spesso assente nelle nostre organizzazioni. Per consentire misure "valutabili" bisognerebbe potersi fidare delle capacità di chi, a fronte dei dati misurati (tra i quali i punteggi INVALSI) valuta la qualità dell'apprendimento di un allievo o il suo grado di preparazione (che son due cose diverse, tralaltro).<br />Per "sicurezza" però ci si limita a definire un indicatore generale e a far coincidere con questo anche (parte del)la valutazione; questo comportamento attira critiche sullo strumento "che non tiene abbastanza conto.." e può spingere a taroccare i risultati. <br />In questo modo si ottiene solo un rapido degrado dello "strumento di misura" che non è agganciato ad un sistema di valutazione, a risultati inaffidabili e inutilizzabili per altri scopi, ad una sostituzione più frequente del necessario degli strumenti, delle tecniche, dei criteri, cose che contribuiscono a generare un "tipico" clima di confusione e rassegnazione.direttivohttps://www.blogger.com/profile/09280261903651041438noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-58786136858447063682012-07-19T23:31:30.654+02:002012-07-19T23:31:30.654+02:00Antonio ciao,
complimenti per il post e per il tuo...Antonio ciao,<br />complimenti per il post e per il tuo blog.<br />Lo strumento dei test invalsi, come ben evidenzi, non può essere buono<br />in sé. Come tutti gli strumenti dipende dagli obiettivi, dall'uso che<br />se ne fa, dalle attese di coloro che sono chiamati a metterlo in<br />pratica (e dalla comunicazione che se ne da...), dallo scarto fra<br />esistente e auspicato o forse anche fra dichiarato e reale.<br />Il rischio che si corre in casi come questi, mi sembra, è triplice:<br />1. spaccare la platea fra favorevoli e contrari allo strumento;<br />2. inibire ogni possibile analisi e quindi costruzione di ipotesi che<br />provi a tener conto della complessità (del contesto oggi, della<br />scuola, delle relazioni fra insegnanti, alunni e famiglie, delle<br />attese reciproche, ...);<br />3. eludere altre questioni che attraversano oggi la scuola, come per<br />es. la standardizzazione dei contenuti, la desoggettivazione di coloro<br />che a diverso titolo partecipano alla produzione del servizio scuola.<br />Sull'uso distorto dei test invalis ci siamo soffermati anche nel<br />nostro blog appunti di lavoro, in un post dove una scuola sembra non considerare le rove degli studenti meno performanti (disabili,<br />stranieri) per non peggiorare il proprio punteggio relativo. Dagli<br />un'occhiata http://www.facebook.com/l/mAQEG-S3HAQEgDNeEKazLuDw8KcuvJeGKFWdV-7sWN6rRhQ/appuntidilavoro.wordpress.com/2012/06/27/parti-uguali-tra-diseguali/<br />.<br />Sarebbe interessante poter continuare a riflettere insieme su questi<br />temi.<br />Buon proseguimento,<br />MatteoMatteo Lo Schiavonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-87686695807135822702012-07-16T18:39:21.875+02:002012-07-16T18:39:21.875+02:00Il 30% di licenziati sono gli aderenti ad Assodiri...Il 30% di licenziati sono gli aderenti ad Assodirigenti industriali, lo dice Roberto Bortolotti per rinforzare la sua riflessione sul senso di ansia che prova in questo periodo.<br />Il cretto invece è per me il simbolo del tempo che si ferma. O forse di una realtà che si ferma ed è travolta dal tempo che passa, non so dirti. Quel cemento bianco è un sarcofago sotto cui Burri ha immobilizzato il tessuto urbano di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del Belìce del 1968. E' anche il segno di un tentativo visionario di cambiamento, perché il sindaco Ludovico Corrao volle fare della nuova Gibellina una capitale dell'arte contemporanea. Il terremoto mise fine al mondo contadino, segnò l'inizio di una modernità che a volte è arrivata sotto forma di consumismo, a volte, come nel caso di Gibellina nuova, sotto forma di linguaggi che nessuno o quasi comprende. Andare a Gibellina nuova gela il sangue, è ricca di opere d'arte di assoluto valore, eppure il paese sembra deserto, non ci sono voci, né bambini a rincorrersi, assomiglia a un paesaggio di De Chirico. La foto ha solo vagamente a che fare con il lavoro, ma mi fa pensare al linguaggio e alla sua relazione con il cambiamento. Eppoi mi fa pensare a casa mia, dove tornerò in agosto per le vacanze.Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-68019400286113726732012-07-16T12:38:41.473+02:002012-07-16T12:38:41.473+02:00Molto interessante, anche la puntata sfatabufala s...Molto interessante, anche la puntata sfatabufala sui tappi di plastica, mi sorgono però 2 domande:<br />- perché il cretto di Burri?<br />- cosa volevi intendere con "n Trentino ci sono il 30% di iscritti di licenziati"direttivohttps://www.blogger.com/profile/09280261903651041438noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-29771456117650821402012-07-03T13:09:10.340+02:002012-07-03T13:09:10.340+02:00E' vero quello che dici, il direttore intervis...E' vero quello che dici, il direttore intervistato poteva pure essere nervoso in quel momento, o infastidito, oppure aveva delle preoccupazioni urgenti, delle cose da fare, come sbrigare la posta e così via. Estrapolare una frase e affidarle il compito di interpretare un mondo rischia di essere un esercizio manipolatorio. In questo caso specifico all'intervistato è stato restituito il mio stupore e da lì siamo partiti per sviluppare un intervento formativo che aveva al centro proprio la questione del senso. Il fatto è che i cambiamenti di contesto o di strategia non sono assorbiti con facilità dalle persone e dalle organizzazioni nelle quali lavorano. Pensa, solo per fare degli esempi che mi sembrano particolarmente evidenti, a come sono cambiati mestieri come il medico, con tutto il processo di burocratizzazione che ha investito i medici di famiglia; o l'insegnante, che deve conquistarsi l'autorità giorno per giorno, e ridefinire il suo compito primario in un contesto che è completamente cambiato. Sicuramente lo spazio di un blog non favorisce ragionamenti troppo raffinati e pazienza, vuol dire che ogni volta che c'è un buco nel ragionamento qualcuno me lo farà notare e io per quello che posso proverò a rispondere. Grazie quindi.Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-8657739222187240052012-07-03T10:24:18.217+02:002012-07-03T10:24:18.217+02:00sono d'acccordo con il concetto: "sapere ...sono d'acccordo con il concetto: "sapere perché lo fai, ti fa lavorare meglio", non concordo però sull'esempio: al direttore hai chiesto di descrivere il suo lavoro, credo che anche il "costruttore di chiese" avrebbe risposto con un elenco di compiti alla stessa domanda. Se durante un consiglio di amministrazione o una riunione per la selezione dei fornitori avessi chiesto al direttore cosa stava facendo, forse ti avrebbe detto "sto dirigendo questa organizzazione, per fare del mondo un posto migliore" (oppure, se meno illuminato, "sono occupato a far soldi, non mi aggiungere rogne")direttivohttps://www.blogger.com/profile/09280261903651041438noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-42404827368640810432012-07-03T10:11:42.527+02:002012-07-03T10:11:42.527+02:00Un ingegnere illuminato, Vittorio Marchis, direbbe...Un ingegnere illuminato, Vittorio Marchis, direbbe che non c'è nulla di più complesso della semplicità. (oggi 3/7 intervistato su Repubblica Torino pag.17)direttivohttps://www.blogger.com/profile/09280261903651041438noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-3895668686620650992012-06-26T12:39:23.469+02:002012-06-26T12:39:23.469+02:00Summum ius Summa iniuraSummum ius Summa iniuraGianfranco Vecchionoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-62750255346451384512012-06-23T11:59:32.082+02:002012-06-23T11:59:32.082+02:00Prendo una multa, prendo un appunto, prendo le mis...Prendo una multa, prendo un appunto, prendo le misure. Però hai ragione, è più facile che abbia detto una cosa tipo: "il mio dovere è farle la multa". Ecco, tu mi fai le pulci, io prendo le tue osservazioni e modifico il testo per come lo vuoi tu.Antonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-87733005376835709702012-06-22T13:51:55.742+02:002012-06-22T13:51:55.742+02:00bello,
solo una perplessità lessicale: da queste p...bello,<br />solo una perplessità lessicale: da queste parti la multa la "prende" lo studente, non il controllore :)<br />ottima iniziativa!direttivohttps://www.blogger.com/profile/09280261903651041438noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-10025871883683461562012-06-22T09:54:33.754+02:002012-06-22T09:54:33.754+02:00Non sono sicuro di avere capito il tuo ragionament...Non sono sicuro di avere capito il tuo ragionamento e l'espressione "modelli alternativi" mi spiazza un po'. Io questa specie di meccanica che governa la vita (dove nessuno è responsabile di niente, perché è così, oppure non può che essere così, perché quello di prima ha fatto ritardo, perché il mercato chiede ecc.), la vedo più come una colonizzazione dell'immaginario, come se non fossimo più capaci di immaginarci qualcosa che non sia già. Più che di modelli alternativi credo che abbiamo bisogno di spazi per imparare a immaginare. Sembra che immaginare è meno di avere o dare o costruire un modello, ma l'immaginazione è ciò che rende possibile pensare cose diverse. I modelli, eventualmente, vengono dopo. La soggettività per svilupparsi, hai ragione, ha bisogno di tempo, ma anche di cogliere in quali vincoli esterni, e soprattutto interni, sia cognitivi che affettivi, si muoveAntonio Castagnahttps://www.blogger.com/profile/17781346078877641263noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3898507024182546627.post-34269833706709569112012-06-20T18:30:32.030+02:002012-06-20T18:30:32.030+02:00sarebbe interessante costruire uno spazio di ragio...sarebbe interessante costruire uno spazio di ragionamento sulla necessità di dare un tempo alla soggettività non è semplice ma sono certa che esistono modelli alternativi alla catena di ritardi!Anonymousnoreply@blogger.com