Il mio amico Stefano ha lavorato su un progetto che ha messo a confronto un gruppo di imprenditori di diversi settori che lavorano in val di Fiemme, in Trentino.
Quella valle è straordinaria, fanno turismo ad alto livello, ospita diverse aziende artigiane e alcune industrie che rappresentano l'eccellenza nel loro campo. Eppure a guardarla da fuori sarebbe una zona poco adatta. Si trova tutta sui 1000 metri, non proprio vicinissima alle grandi vie di comunicazione. Però le persone che ci lavorano riescono sempre a sorprendere, e secondo me, per come li conosco, si sorprendono loro stessi dei risultati che riescono sempre a ottenere.
Lo scorso febbraio hanno anche ospitato per la terza volta i mondiali di sci nordico, ma è la terza volta appunto, ormai lo fanno con la mano sinistra. In compenso in paesi come la Norvegia o la Svezia, dove lo sci nordico è come per noi il calcio, la val di Fiemme è conosciuta come Venezia. E del resto a Venezia, secoli fa, regalò il legno per costruire i suoi palazzi, ma questa è un'altra storia, anche se forse anche la storia antica conta per spiegare certe cose del presente. Ecco il pezzo di Stefano Pollini che racconta un pezzo di storia
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Una fabbrica a Cavalese
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imprenditoriale fiemmazza.
In questi anni di
crisi è difficile riuscire a trovare aziende che crescono, assumono
e valorizzano i talenti.
Anche se sono poche, queste imprese esistono
e testimoniano la possibilità di un nuovo modello di sviluppo che
oltre a creare benessere e nuovi stimoli per i dipendenti nello
stesso tempo valorizza tutto il territorio che le ospita.
In val di Fiemme un
gruppo di imprenditori ha pensato che il territorio in cui è
inserito – ad alta vocazione turistica, bello, ma anche fragile -
non costituisce un vincolo per le loro produzioni, bensì un valore
aggiunto inimitabile, la base del successo.