dal tram |
M.
coordina i controllori sui bus, tram e metropolitane. La signora è
scesa dal bus ed è senza biglietto, intorno a lei diversi
controllori completano i controlli e osservano i colleghi. Ci sono
abituati, sanno che può capitare che qualcuno si arrabbi, che alzi
le mani, o fugga, e prestano sempre attenzione a quello che accade
agli altri accanto a loro. M. poco distante butta un occhio su tutti.
La signora, una giovane donna dell'est, urla la sua innocenza, che
lei stava andando a fare l'abbonamento, che è il primo giorno del
mese e che ieri era domenica e non era riuscita. Il controllore che
l'ha fermata è inflessibile, la signora è sprovvista di biglietto e
va multata. Gli altri controllori, ora che tutte le altre operazioni
di verifica e sanzione sono concluse, si fanno attorno a crocchio,
saranno 3 o 4. La signora alza la voce e si muove in modo scomposto,
a destra, sinistra, avanti, indietro, seguita dai controllori e tutti
insieme sembrano leoni che braccano l'antilope.
La
cosa va avanti per qualche minuto, intorno si fermano i curiosi, chi
sta aspettando il prossimo alla fermata ha un diversivo alla noia,
l'edicolante sporge la testa, i suoi clienti osservano e pagano
distratti, i passanti rallentano, M. pensa che è meglio intervenire.
Prende a parte la signora e allontana tutti, come passeggiando
finiscono dall'altra parte dello spartitraffico, dopodiché la lascia
andare. M. ha violato le regole, perché, dice, quando succedono
queste scene alla fine è l'azienda a rimetterci, sembriamo dei
persecutori. “Lì sarei stato costretto a chiamare la polizia
locale, non credo che ne valesse la pena. Le regole vanno fatte
rispettare, è il nostro compito, ma ancora di più lo è
salvaguardare il buon nome dell'azienda ed evitare di creare
tensione”.
Summum ius Summa iniura
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